Ho appena finito Final Fantasy XVI, e posso dire che sono state probabilmente le 38 ore più piatte e noiose della mia vita videoludica. Beh oddio, forse della mia vita è eccessivo, lo ammetto (anche perchè di anni ne ho 40 e di giochi ne ho finiti davvero tanti) , ma degli ultimi tempi beh, questo si. Sono arrivato alla fine solamente perchè da fan della serie non volevo lasciare incompleto proprio l’ultimo capitolo, ma terminare il gioco, seppur a tratti, è stato una noia mortale.
Per fortuna che, ad onor del vero, c’è una storia davvero interessante (direi epica nel finale) a fare da trait d’union tra uno scontro e l’altro, ma a parte questo non vedevo l’ora di arrivare ai titoli di coda. E, una volta arrivatoci, ho rimpianto come non mai persino il tanto (ingiustamente) bistrattato Final Fantasy XV.
Il re dei JRPG che non è più un JRPG
Credetemi: questa non è la solita recensione di chi amava le origini della saga e si sfoga perchè rimpiange i combattimenti a turni. No, assolutamente. Anche perchè, seppur discutibile, la deriva action poteva essere metabolizzata persino da un fan di vecchia data come me, ma a patto di essere fatta con un prodotto di un certo livello. Invece, ahimè, non è così: Final Fantasy XVI è un gioco che sembra puntare titoli come Devil May Cry e Bayonetta, ma non si avvicina nemmeno lontanamente alla profondità, alla classe e al divertimento delle saghe firmate Capcom e PlatinumGames.
E così, dopo un avvio tutto sommato promettente, pian piano l’amara verità viene a galla: Final Fantasy XVI è solo un gioco action piatto e noioso.
Sparisce ogni componente RPG degna di tale nome, e del perchè in tanti lo definiscano “action RPG” rimane per me un vero mistero. Persino gli attacchi elementali non hanno più senso, e usare una magia di fuoco contro un nemico di elemento fuoco ha gli stessi identici risultati di usarne una di ghiaccio o di fulmine. Ci si ritrova così semplicemente ad usare attacchi e magie a ripetizione in base a quella disponibile (dopo essersi ricaricata), finché il nemico di turno non muore.
Sparisce poi ogni velleità esplorativa: non c’è quasi nulla che spinga ed cercare del bottino nel seppur vasto mondo di gioco. Le ricompense sono sempre misere, le spade che utilizzerete sono quasi sempre un semplice upgrade della precedente (così come gli accessori), e non esistono armature da indossare che cambino i parametri del vostro personaggio. Inoltre il livello di difficoltà è decisamente tarato verso il basso, e sparisce di conseguenza qualsiasi necessità di livellare il vostro personaggio. Per non parlare poi delle missioni tra uno scontro e l’altro: vai a parlare con X, senti il parere di Y, confrontati anche con Z… e così via, fino a che non si torna semplicemente a menare le mani. Roba da tirare il pad contro lo schermo.
A salvare un minimo baracca e burattini, seppur ci si trovi ormai sull’orlo del baratro, ci pensano la spettacolarità di alcuni combattimenti, un comparto tecnico e artistico riuscito (ma minato da continui e improvvisi cali di frame rate, anche in modalità prestazioni) e la già citata trama, vero deus ex machina del gioco che riesce almeno a non far addormentare il giocatore, specie – come detto – soprattutto nelle fasi finali.
Un gioco che, solo grazie a questo, arriva a mala pena alla sufficienza, ma che riesce nel difficile compito di scontentare tutti: i fan di vecchia data che amano i giochi di ruolo non possono non inorridire davanti a tale scempio, mentre gli amanti dei titoli action, che magari si sono gustati negli ultimi anni titoli del calibro di Bayonetta 3 o Devil May Cry 5, in confronto troveranno questo nuovo Final Fantasy XVI un gioco davvero poco profondo e ripetitivo.
Fantoni77
Ohhhhh…. finalmente qualcuno che lo dice!